giovedì 15 novembre 2007

Io? Nato per leggere...





"Blog.com stai mettendo a dura prova la nostra pazienza...Wordpress è sempre lì!" - StefsTM







Aloha a tutti.



Oggi vi parlo di Favole e affini.



Spero che la maggioranza di voi occasionali o fedeli lettori abbia avuto molto a che fare con le favole.



Ve le leggevano?



E una volta imparato a leggere avete smesso?



Ne avete create da soli?



A scuola ve l'hanno insegnato lo schema di Vladimir Propp?



I miei genitori mi hanno letto diverse favole e storie quando ero piccolo, a volte le inventavano. Quelle inventate ovviamente cozzavano contro la mia natura di Bimbominkia. Quindi mio padre ne inventava una, io mi divertivo ma la rivolevo UGUALE la volta dopo. Forse per farmi inconsciamente capire che non era un comportamento degno di un bravo bambino educato quello di sfracassargli i maroni ad ogni modifica alla trama, a un certo punto il mio buon babbo si mise a leggermi la Divina Commedia. Poteva forse leggermi il Purgatorio o il Paradiso? Macchè. Inferno, bello, cruento, incasinato. Il mio passaggio preferito?



"La bocca sollevò dal fiero pasto

quel peccator, forbendola a'capelli

del capo ch'elli avea di retro guasto."





Inferno Canto XXXIII



Sarà stato anche il fatto che fossi figlio unico con molti libri, tantè che dopo non molto tempo mi misi a leggerle da solo. Fortunatamente i miei non si limitarono a sbolognarmi fiabe in versione ed edizione disney ma mi procurarono diversi volumi con autori come Esopo, La Fontaine, I Grimm e anche fiabe da diverse parti del mondo come i paesi del nord e l'Africa.



Provai il piacere di scrivere qualche favola e racconto negli ultimi anni del liceo. Poi mi ritrovai a fare i conti con questi racconti semplici una volta iniziato ad insegnare inglese in una scuola materna. Avere dei punti di riferimento in comune coi bimbi si rivelò utilissimo.



La maggior parte di voi che mi frequentate sa che sono molto bimbo dentro, questa cosa non è sfuggita nemmeno a Simona la quale diverse settimane fa mi ha fatto notare un annuncio.



Si cercavano volontari per la lettura ad alta voce di favole e racconti negli ambulatori pediatrici a Modena. Per un pò di tempo ho accarezzato l'idea di provare a candidarmi senza realmente arrivare a soluzioni concrete. Fino a qualche giorno fa. Ho inviato una mail e sono stato invitato a chiamare un numero fisso.



Detto fatto stamattina chiamo e vengo convocato in Biblioteca Delfini a Modena per un colloquio. Orbene signori miei sono rimasto abbastanza stupido dal progetto



Nati per Leggere



Amare la lettura attraverso un gesto d'amore: un adulto che legge una storia. Ogni bambino ha diritto ad essere protetto non solo dalla malattia e dalla violenza ma anche dalla mancanza di adeguate occasioni di sviluppo affettivo e cognitivo. Questo è il cuore di Nati per Leggere. Dal 1999, il progetto ha l'obiettivo di promuovere la lettura ad alta voce ai bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni.

Recenti ricerche scientifiche dimostrano come il leggere ad alta voce, con una certa continuità, ai bambini in età prescolare abbia una positiva influenza sia dal punto di vista relazionale (è una opportunità di relazione tra bambino e genitori), che cognitivo (si sviluppa meglio e più precocemente la comprensione del linguaggio e la capacità di lettura); per di più si consolida nel bambino l'abitudine a leggere che si protrae, poi, nelle età successive anche grazie all'imprinting precoce legato alla relazione.





Chapeu a questo progetto, sono molto contento che anche il Governo abbia organizzato una campagna radiofonica in cui si invitano i genitori a leggere le favole ai figli. Incredibilmente ancora mi ricordo la sala d'attesa del mio pediatra, il Dott. Panza, venuto a mancare diversi anni fa.



Ah, se vi interessa com'è andata a finire per il sottoscritto... posso solo dirvi che Giovedì 22 Novembre alle ore 16 inizierò il volontariato presso un ambulatorio pediatrico in Via Zamenhof 120 a Modena. Sono solo 2 ore alla settimana, probabilmente ogni 15 giorni perchè siamo in 2 a doverci dividere il Giovedì pomeriggio, ma sono comunque molto contento.



Che dire? Forse a furia di essere bimbo ed avere a che fare coi bimbi, ho trovato il modo per restare giovane. Sono molto emozionato, avrò a che fare per la prima volta con bimbi piccolissimi e sopratutto sarà curioso vedere come reagiranno i genitori. Certo che se quando eravamo piccoli ci fossero stati i libri che ho visto stamattina! Con forme stranissime, tutti elaborati e da toccare, altri con vere e proprie marionette all'interno...



Tra i tantissimi libri che ricordo (tra alcuni meravigliosi con i personaggi che saltavano fuori dalla pagina) uno in particolare mi riporta alla mente una marea di sensazioni e pensieri felici:






Forse questo è il preambolo al mio futuro come Clown di corsia? Speriamo...



Aloha!





music player

I made this music player at MyFlashFetish.com.




venerdì 9 novembre 2007

Se le fidanzate studiassero antropologia.



"Ieri sera il server di Blog.com deve aver mangiato pesante..." - StefsTM





Aloha a tutti, in questo venerdì fausto per l'ennesima laurea non mia a cui presenzierò (che dite devo inizare a chiedere i gettoni di presenza?) potrei parlarvi dell'affitto da pagare, o di Beppe Grillo che ormai sui Rom, sui Rumeni (che non sono la stessa cosa anche se per i media lo stanno diventando) e sui Bulgari sbarella di brutto o anche della mancata presenza di Filippo Facci (il piacere di andare a zappare) ad Anno Zero.



Invece vi propongo uno scritto che mi è venuto di getto, ispirato da questo post.



Buona lettura.



Le fidanzate non studiano antropologia.







Se studiassero questa interessantissima materia saprebbero infatti che fin dagli albori, l'essere umano maschio è restio ad essere accompagnato nei suoi spostamenti dalla femmina. Pitture rupestri un pò ovunque nel mondo ci mostrano le femmine che insistevano ad essere presenti negli spostamenti (prevalentemente battute di caccia) solitamente attorniate da belve feroci. Per quanto le femmine fossero ottime esche per attirare la selvaggina o distrarre grossi predatori, ben presto le prime comunità si resero conto che la perdita di un elemento femminile era un prezzo troppo grande da pagare secondo un'ottica di cruda sopravvivenza. Il fatto che la femmina insista ancora oggi nel voler accompagnare (se non addirittura guidare l'uomo) dimostra come il sapiens sapiens non riesca ad apprendere realmente le lezioni del suo passato. Le più progredite civiltà classiche, quella greca e in seguito quella romana accettarono di buon grado lo stato delle cose, regalando alla femmina un luogo dove essa potesse restare incolume e al contempo comandare: la domus. La nascita della femmina domestica non fermò però l'istinto della donna alla peregrinazione. Mutati gli scenari e ridotti i rischi di aggressione da parte della selvaggina grazie all'avvento della figura dell'allevatore (il quale comunque preferiva accompagnarsi al bestiame piuttosto che a una donna, pratica tra l'altro ancora in uso tra i mandriani mongoli, sardi, neozelandesi e americani -brokeback mountain docet) il pericolo per la donna fuori dalla domus a seguito del proprio compagno o in solitaria era.. un altro maschio. Può esser d'aiuto citare i casi esemplari che sono passati alla storia a causa dell'avventatezza delle fidanzate, come "Il ratto delle Sabine" o la "Guerra di Troia". Bisogna comunque sottolineare che il maschio è sempre stato ed è tutt'ora restio a prendere ordini da una donna. La necessità di procurare il cibo necessario alla sopravvivenza della comunità permetteva a maschi di diverse età di allontanarsi, per periodi di tempo variabili, dalle femmine. Una volta civilizzato il maschio ebbe a sua disposizione molto tempo da condividere con la femmina, in particolare nella domus. Non essendo la condizione della femmina domestica propriamente idilliaca, questa molte volte si sfogava col maschio il quale decisamente non domestico reagiva come poteva, ed essendo sì civilizzato ma anche molto incazzato e abituato a dar legnate, riportava l'ordine nella domus a volte esagerando e sconfinando nell'uxoricidio. L'uxoricidio era punito dal diritto romano, quindi gruppi di maschi iniziarono dapprima a uscire incazzati ritrovandosi per strada per sfogarsi menando cazzotti e calci in ogni direzione. Le cronache dell'epoca parlano di un non precisato saggio che visto il numero sepre maggiore di maschi incazzati per strada, e l'ancor più alto numero di spettatori (comunque sempre altri maschi incazzati ma anche annoiati) presenti ad incitare i duellanti, abbia deciso di trarre profitto dallo stato delle cose e contemporaneamente ristabilire l'ordine nelle città inventando le arene. Purtroppo presso i barbari tale idea non venne mai a nessuno e a causa dei continui scazzottamenti, l'unica soluzione per allontanare i maschi incazzati fu di mandarli a sfogare all'estero: nacquero così le invasioni barbariche che segnarono l'inizio del medioevo. Perse molte delle conquiste tecnologiche e sociali, le civiltà medievali regredirono per alcuni versi allo stato primitivo e la donna non fece eccezione. Tuttavia la percezione della precarietà della vita, e l'incombenza della morte - pompata ad arte dalle pestilenze, le guerre, le carestie e la paura della fine del mondo con l'approssimarsi dell'anno 1000- favorirono l'attribuizione di maggiore importanza alla donna medievale, di nuovo necessaria per poter procreare una progenie schiava di un precario presente e ancor più cupo -per l'epoca- futuro. Peccato che dopo centinaia di anni passati in casa la donna si fosse anche rotta le scatole di stare nella domus, e spesso decidesse di fare fagotto e fuggire. La visione cavalleresca medievale ci tramanda di come fosse importante riportare a più miti consigli, e semmai all'interno della domus, la donna fuggitiva. E' infatti attorno all'anno 857 che si cominciano a delineare due figure fantastiche femminili: la fata e la strega. Diversi antropologi concordano nel dire che la fata altri non è che la giovane donna di qualche città, fuggita e trovata da un qualche uomo incazzato che passava da quelle parti per sbollire l'incazzatura. La strega altri non sarebbe che una donna molto più vecchia e meno appetibile sessualmente, talmente inutile anche per l'uomo incazzato che così si ritrovava a pronunziare diverse maledizioni. La profonda divisione tra mondo contadino e mondo aristocratico faceva sì che i membri del primo "trovassero per caso" delle fate, mentre i membri del secondo "liberassero" da impavidi cavalieri quali erano, delle "principesse" dalle grinfie di bruti o mostri (solitamente contadini incazzati). Passata la paura per la fine del mondo, e incrementata l'idea di amore romantico, a qualcuno venne in mente che avrebbe potuto anche essere divertente mettere al comando una femmina, giusto per vedere quello che sarebbe successo. Peccato che una volta iniziato, il gioco sfuggì di mano ai maschi e così fatto un rapido calcolo decisero che, "ok si è scherzato ma agli ordini di una donna MAI!" bruciando prima Giovanna D'Arco, poi assassinando nei modi più coloriti le varie regine e regnanti esponenti del gentil sesso. Ma l'effetto valanga era ormai iniziato e non si poteva fermare, così che dopo diversi secoli le donne ottennero la parità dei sessi e furono tutelate dalla legge e si sentirono in dovere non solo di accompagnare ma anche di dare ordini ai maschi. Ad oggi il maschio contemporaneo cerca in tutti modi di recuperare quegli spazi e quei tempi "unicamente maschili" che sono suoi dall'alba dei tempi, e lo fa sfruttando i mezzi che la più avanzata tecnologia gli mette a disposizione: playstation, World of Warcraft, serate al pub con gli amici, partite di calcio allo stadio o alla televisione, uscite per portare a spasso il cane-comprare le sigarette-buttare l'immondizia, battute di caccia o di pesca nei weekend. Concludendo, possiamo dichiarare senza ombra di dubbio che l'accompagnare un maschio dandogli ordini o consigli è una pratica innaturale che porta la femmina a trovarsi in una condizione di alto rischio. Rischio che si palesa sovente nella luce degli occhi del maschio quando fissa con avidità oggetti contunenti e al contempo utili nelle corsie di un ferramenta. Ma questa è un'altra storia.





Lo stile è volutamente similare a questo libro che mi ha divertito moltissimo:



Allegro ma non troppo di Carlo M. Cipolla






Leggetelo!!

Aloha!

P.S.= Sedlex, il paragone fatto nel post di Beppegrillo tra i figli di cittadini comunitari in Italia e bambini italiani, sta in piedi?

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