lunedì 26 marzo 2007

Quando te la vai a cercare e quando ti trova di suo...

"Stai attento che per strada ci stanno i pazzi!" - Detto familiare.



Dunque, sono settimane che devo raccontare quest'episodio.


Ero arrivato quasi fino alla fine del post quando le mie tozze dita hanno creato una magica combinazione di tasti che ha fatto aggiornare la pagina di Mozilla e ho perso tutto quello che avessi scritto. Inutile dire che adesso mi girano sonoramente i maroni e devo fare un riassunto. Peccato. Succede.


Giovedì grasso 2007 Modena.


Sto studiando per l'esame del seminario di storia moderna che dovrò sostenere in pochi giorni. Sono invitato ad andare in maschera in piazza Grande con alcune ragazze. Poi ricevo un sms che rimanda il tutto al prossimo anno. Anima in pace torno sui libri ma ecco passare una parata con diverse bande e gente mascherata proprio sotto alla mia finestra. Manco a dirlo in 5 minuti sono in strada in mezzo a bambini con fialette puzzolette, coriandoli, schiuma e altre cose carnevalesche. Sono irriconoscibile grazie al mio costume. In piazza Grande c'e' un'atmosfera molto allegra, ci sono persone di ogni eta' mascherate e non e a un certo punto le maschere regionali che fino a quel momento avevano sfilato, si presentano una dopo l'altra dal balcone della torre dell' orologio. Da lì come tradizione le maschere modenesi di Sandrone e della sua famiglia Pavironica fanno il loro sproloquio dando voce alla "vox populi" denunciando cosa non va in città, facendo satira sugli amministratori locali.


Finito il tutto mi metto a fotografare la gente mascherata e un tizio vestito da pilota della Ferrari attacca bottone. Si parla di costumi e di carnevale. Quattro chiacchiere niente di più, gli auguro buon carnevale e me ne vado per i fatti miei a fotografare. Di punto in bianco me lo ritrovo di fianco che mi spiega che il suo travestimento è composto da accessori originali da kart, che costano parecchio, che sta morendo di caldo, che ha la carenza di ossigeno, e che queste sensazioni sono comuni negli sportivi che si dedicano agli sport estremi. "Ma che cazzo vuole questo?" mi chiedo.


"Tu fai sport estremi?" mi chiede. "No." rispondo. "Ah dovresti provare, l'asfissia unita all'adrenalina e alla tensione dei muscoli provoca sensazioni ricercate da chi fa sport estremi, sono piacevoli, sono particolari, vedi in questo momento io sto avendo un'erezione."


"..."


Qui c'e' bisogno di una pausa. Già mi immagino molti di voi in preda alle convulsioni, rotolare dalla sedia sul pavimento ridendo alle mie spalle ben consci della mia omofobia. Ah ah ah. Ok, vi siete ripresi? Bene, ora immaginate me bianco come uno straccio dietro a quella maschera che per grazia divina non mi ero mai levato. Come potete intuire per me quella frase andava ben oltre la mia soglia di sopportazione. Già il fatto di essere perseguitati da qualcuno che vuole parlare per forza solo perchè si ha avuto l'educazione di dire 4 parole è di per sè fastidioso. Figuriamoci se il soggetto in questione si mette a parlare delle sue perversioni.


Allungo il passo, facendomi strada verso l'accademia mentre il pilota mascherato, che stranamente deve essere rinomato in quel di Modena dato che molte persone lo salutano con "Ciao Schuemacher!", continua a starmi alle calcagna e non sembra voler desistere. Mi racconta della sua passione per il latex e per la pelle, per la mancanza di ossigeno e del suo feticismo che i suoi genitori non capiscono ma che riesce a soddisfare in alcuni locali del reggiano e del modenese, essendo lui uno che fa girare l'economia con un duplice lavoro: mercante di suppellettili con bancarella e creatore di oggetti in latex per feticisti.


Poteva forse avvicinarmi una ragazza con la passione per le maschere veneziane e per riflesso per il teatro, magari impegnata nel sociale o nella tutela dell' ambiente? Ovviamente no! Doveva capitarmi solo l'omofetish capace di rovinarmi il giovedi' grasso e di farmi capire cosa intendono le ragazze quando parlano di molestie per strada.


Per chi ancora di voi stesse ridendo, non mi sento di augurarvi di venir molestati, ma vi state preparando un carico di karma non indifferente.


Ok, per me era decisamente troppo. Mi metto letteralmente a marciare per levarmelo di torno. "Dove vai?" "IN STAZIONE. HO UN TRENO PER TORNARE A CASA!" "Ah e dove abiti?" "SULL' APPENNINO REGGIANO!" "Ah allora prendiamo il treno insieme, io devo andare a Sassuolo!"


Merda, il depistaggio non funzionava. Non potevo certo prendere un treno tanto per levarmelo dalle balle, e non potevo nemmeno continuare a girare mascherato ora che la parata e tutto l'evento erano finiti! Anche l'idea di correre non era una valida opzione, così come dovevo assolutamente escludere il tornare direttamente a casa, rischiando di far capire al molestatore di turno dove abitassi. A un certo punto mi ricordai del portone dei miei amici novelli sposi. Sempre aperto. Mi avvicinai con fare deciso al portone e mi voltai.


"Ascolta, io adesso devo andare a cambiarmi dai miei amici, non posso mica prendere il treno così. Ciao." "No aspetta, tieni (mi infila in tasca un biglietto da visita e tira fuori un sacchetto di plastica) usa questa plastica per fare una foto della maschera, magari mettiti il sacchetto in testa quando lo fai e fai un'autoscatto, così provi la sensazione che ti dicevo!" "Sì, come no ciao eh" "Aspetta! Magari potresti farmi salire e presentarmi ai tuoi amici!" "NON MI SEMBRA IL CASO, CIAO"


Sbatto il portone, e senza l'ausilio della Red Bull volo per due piani iniziando a suonare freneticamente al portone dei miei amici pregando di trovarli in casa. Mi apre lei, mi guarda stravolto "Ste? Che succede?!" "VI PREGO, NASCONDETEMI!"


Finalmente al sicuro ho modo di sfogarmi, mentre logicamente i miei amici ridono della mia disavventura. Vorrei tornare a casa, ma ho paura di trovarlo fuori, ho paura che mi segua. Chiedo al marito se ha qualcosa da prestarmi per poter essere il meno riconoscibile possibile. Mi vengono prestati dei pantaloni della tuta. Che inevitabilmente mi vanno stretti, molto stretti, roba da farmi sembrare Britney Spears in terapia. Scendiamo le scale e troviamo il fratello del neosposo, appena arrivato a cui chiedo se fuori per caso c'e' un tizio vestito di rosso. In quel momento all'inizio delle scale arriva una ragazza e dice "No non c'e' nessuno vestito di rosso" e abbozza un sorriso. "Ok, posso passare per un pazzo paranoico, meglio spiegare la situazione" penso così le accenno la mia disavventura che ascolta divertita. Ci presentiamo, lei si chiama Silvia è di Milano e abita al piano di sopra dei neosposi. Il tizio non c'e', mi fiondo a casa e condivido la mia esperienza al telefono con Nalia. Ricevo un invito per una birra in compagnia entro un'ora e mezza. Non ci metto molto a pensare a cosa vorrei fare che già mi ritrovo a farlo: mi preparo e riporto i vestiti ai miei amici, e approfittando dell' occasione salgo un piano di scale e mi ritrovo 4 porte. Busso a una.


Si sentono delle risate da dietro la porta e una voce femminile chiede "Sìììììììììììììììììììììììììì?"


"...ehm, buonasera per caso Silvia abita qui..?"


"Sììììì ma non è in casa! hihihihihi!"


*silenzio*


"ah.. grazie... buonasera"


Mi sento preso per il culo, sopratutto per tutta la cornice di risatine dietro la porta quando per strada incontro Silvia.


"Silvia?!Ciao"


"?..Ciao!"


"Sono appena passato a casa tua, ma una ragazza con degli strani ridolini mi ha detto che non c'eri..."


Silvia inizia a ridere, e io mi sento abbastanza scemo.


"No aspetta, ti spiego: io sono in giro per strada perchè è venuto il ragazzo della mia coinquilina e li ho lasciati soli, sai per..."


Mi metto a ridere anche io. "Ascolta, io ero passato per invitarti a bere una birra insieme a degli amici, ti va di venire?"


"Va bene."


Così ho conosciuto Silvia, che ha conosciuto le folli (che in seguito mi chiederanno come l'avessi "rimorchiata" -_-) e che ho perso anche perchè mi ha rivelato che per il suo lavoro sarebbe dovuta partire entro 3 settimane per Torino.


E' proprio vero ragazzi parlando di fortuna e di sfiga, ci sono volte in cui te la vai a cercare e volte in cui ti trova di suo...


Aloha!

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